Interview

Intervista al Quotidiano / RSI / openArt 2016 - mercoledì 3 agosto 2016 

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Rudy Chiappini _ Corriere del Ticino _ Cultura - 20 marzo 2014

 

“La mia arte si lega ai numeri”

Il progetto di un’opera universale che tende all’infinito.

 

Paolo Grassi, nato a Locarno nel 1959, dopo aver frequentato la CSIA ha intrapreso l’attività di grafico indipendente. Dopo varie esperienze nel campo del design e della fotografia, nel 2007 dà vita al progetto From “0” to infinity, Un approccio del tutto particolare per confrontarsi con il mondo, anche con ironia, ma soprattutto per realizzare un’opera universale, di facile comprensione e assolutamente riconoscibile, in costante divenire, scandita dalla sequenza infinita dei numeri.

 

La sua notorietà è legata al Progetto From “0” to infinity. Come è nato questo suo interesse per le cifre?

Con l’aiuto della mia compagna Marilena il prossimo 9 giugno saranno 7 anni che sto dando i numeri. Tutto è numeri o rappresentabile da numeri. I computer che ci presentano miliardi d’immagini ragionano a serie infinite di cifre binarie. Nell’arte, basterebbe citare Mario Merz con la sua serie di Fibonacci o i numeri pop di Robert Indiana. Dopo anni di esperienze in architettura, nel design, nella fotografia e nelle arti visuali, sentivo l’esigenza di un qualcosa che mi potesse dare riconoscibilità e continuità al mio operare, ma che nel contempo mi permettesse di continuare a sperimentare con le diverse tecniche artistiche e con i supporti più diversi, da quelle tradizionali a quelle meno convenzionali. L’idea di creare un’immensa Opera unica, in divenire ed infinita, ma frammentata in parti, che io chiamo Elementi, di cui ognuno avrebbe potuto possederne una parte e che potesse essere presente in ogni luogo, sia esso pubblico o privato, mi é venuta in un dormiveglia sulle spiagge di S. Maxime, Costa Azzurra. Trovato il concetto, si trattava di scegliere il modus operandi con cui divulgarlo. La decisione di utilizzare il linguaggio dei numeri (anche per la loro peculiarità dell’infinito) é maturata successivamente dopo aver analizzato altre forme di comunicazione. Ciascun Elemento è pensato e realizzato con tecniche e su supporti di volta in volta adeguati e può contenere da un solo numero a quanti numero sono necessari alla sua stessa realizzazione. Un nuovo Elemento inizia con il numero seguente al numero con cui termina l’Elemento precedente. Anche se i numeri non sono visualizzati nella sequenza corretta ma in ordine sparso, sono comunque rigorosamente tutti presenti.

 

Quale aspetto è più rilevante, quello legato ad una precisa sequenza matematica , quello estetico oppure quello legato alla simbologia dei numeri?

Il concetto base di From “0” to infinity è quello di procedere metodicamente per sequenze numeriche progressive, frammento dopo frammento, con assoluta precisione e senza deroghe alcune. Fatta questa premessa, a seconda del tipo di Elemento che si intende realizzare, a volte può prevalere l’aspetto estetico altre quello più simbolico, anche a dipendenza del momento emotivo e dalle esigenze tecniche e di realizzazione.

 

Possiamo definire il suo modo di operare una delle tante varianti dell’arte concettuale?

Si perché ciò che sta alla base è il concetto di opera unica, ma frammentata, dilatata nel tempo, con l’utilizzo di numeri progressivi indipendentemente da come sono stati riportati attraverso colori, forme, materiali, tecniche, performance e racconti. Sono 5.278 i numeri finora utilizzati per la realizzazione dei quasi 200 Elementi che ho realizzato.

 

Nel suo lavoro fa uso di diversi materiali e ama sperimentare uscendo spesso dalle dimensioni della tela per dar vita a performance e opere di grandi dimensioni, realizzate all’aperto. Un’arte la sua che vuol entrare nella vita quotidiana di ognuno di noi?

Il mio sogno è un’opera universale della quale ognuno di noi ne possa fruire sia come possessore privato, sia come fruitore delle grandi opere pubbliche. Perciò i miei lavori sono presenti su scuole, case, aziende, ma ho anche realizzato installazioni permanenti in gallerie d’arte, oltre a quadri, gioielli, sculture e performance. La mia produzione è documentata sul sito www.paolograssi.com. Tengo tuttavia a sottolineare che tutti gli Elementi realizzati e quelli futuri sono Elementi di un progetto unico.

 

 


 

Prof. Augusto Orsi _ La Rivista di Locarno _ Gennaio 2014

 

I numeri di Paolo Grassi al Centro Triangolo di Locarno

 

È bello essere accolto già nelle scale da cascate di numeri, gioiosi, colorati in assoluta libertà o in combinazioni che si sbizzarriscono ed essere accompagnati da cifre fino alle sale espositive. Parlo della personale dell’artista locarnese Paolo Grassi che si trastulla e crea con i numeri al Centro Triangolo di via Ciseri 19 fino al prossimo 31 gennaio. L’esposizione sembra non aver titolo e allora, prendendo in prestito una espressione, da quanto scritto dottamente dal critico d’arte Dalmazio Ambrosioni nella locandina dell’esposizione la ribattezzo: «A cavallo dei numeri».

Paolo Grassi i numeri li sa non solo cavalcare con abilità, manualità, arte, ma ne ha fatto anche il motore primo della sua grafica.

La mostra del Triangolo lo testimonia in modo probante. Qua, i suoi numeri sono in mostra, ordinati o squadernati secondo un disegno razionale e allo stesso tempo fantasioso che li proietta in una successione matematica verso l’infinito. L’artista, i suoi numeri li ha creati con tecniche e materiali diversi: acrilico, bronzo, ferro ossidato, plexiglass, installazioni ad hoc. Sono numeri bidimensionali, ma anche tridimensionali. Opere che hanno un quid di ermetico, di misterioso e che possono essere ammirate e apprezzate, se lo si vuole anche , per il loro spirito cabalistico.

Sembrano essere a portata di mano, ma invece sono distanti ed impenetrabili. L’esposizione è stata presentata con competenza e partecipazione dal giornalista e critico d’arte Dalmazio Ambrosioni che ha, tra l’altro, rassicurato coloro che hanno un sacro timore dei numeri con questa affermazione «Paolo Grassi è un artista che ci rende simpatici i numeri, sorta di minaccia e anche spada di Damocle». L’esposizione di Paolo Grassi A cavalli dei numeri vale la pena di essere visitata per il valore artistico, ma anche come apprezzamento dell’opera che svolge l’Associazione Triangolo di Locarno.

Un plauso, sul piano espositivo e organizzativo, vada ad Anna Pedrazzini per l’eccellente scelta degli espositori delle mostre.

 

Incuriosito e «deliziato» dalle opere in numeri di Paolo Grassi ho rivolto all’artista qualche domanda per saperne di più. Nella sua vita quotidiana quale importanza hanno i numeri?

«Con i numeri che lo si voglia o meno ci si confronta. È come guidare un’automobile, si va per automatismo. Analizzando, ci sono pochi aspetti nella nostra esistenza dove i numeri sono completamente assenti. Detto questo – per tornare alla sua domanda – il mio è un rapporto assolutamente normale. L’unica diversità è che da quando ho iniziato questo progetto sono più ricettivo nell’osservare le innumerevoli situazioni numeriche nel quotidiano».

E della sua «vocazione» per i numeri come espressione artistica che mi dice? «I numeri sono un linguaggio per comunicare che mi sta permettendo di portare avanti il mio progetto artistico di un’Opera unica, infinita, ma frammentata in Elementi che essendo infiniti mi danno la possibilità di esplorare nel divenire del mio percorso artistico utilizzando tecniche e materiali differenziati tanto da rendere riconoscibile il mio percorso». Nelle sue creazioni quale aspetto è più rilevante, quello estetico oppure quello logico? «Entrambi, direi nella stessa misura. Naturalmente accade che a volte possa prevalere l’aspetto estetico, altre volte quello logico ma mai in modo evidente, a scapito del giusto equilibrio tra le due componenti».