Prof. Augusto Orsi, Losone è - Primavera 2021

 

59/59: Paolo Grassi e i suoi numeri al Museo Epper di Ascona

  

Definire l'attività di Paolo Grassi, nato a Locarno  nel 1959 e grafico titolare di studio dal 1982, significa sondare le sue originali forme espressive, dall'attività di grafico in ambito commerciale a quella di fotografo, designer e visualista.

Nel 2000-2001 progetta e costruisce "Casa Lili", atelier ed abitazione, di cui cura tutte le soluzioni architettoniche e di arredamento funzionali sia all'abitare, sia all'attività professionale.

Questa realizzazione segna un momento fondamentale nel suo percorso creativo, rivolto soprattutto al design di oggetti ai confini con l’arte e la fotografia.

Minimalismo, rigore nelle forme e originalità nella scelta dei materiali sono le principali caratteristiche delle sue creazioni.

Dopo importanti sperimentazioni nel campo del design, nel corso del 2007, Paolo Grassi, ha dato alla luce la sua opera infinita dal titolo From "0" to infinity, un opus costituito da tanti singoli interventi sia concreti che astratti, o immateriali, diversissimi fra loro per tipo, ubicazione, localizzazione, contesto, forma e materiale; ad ognuno di questi singoli elementi artistici vengono assegnati numeri progressivi a partire dallo ”Zero” (0 ...) iniziale.

Con il passar degli anni From “0” to infinity diventa il progetto pilota dell’attività artistica di Paolo Grassi con esposizioni e realizzazioni di lavori su commissione.

Sono circa 250 le opere realizzate dal 2007. Nell’ultimo periodo la scelta si  porta su opere in bronzo, ferro ossidato, alluminio.

 

59/59, titolo dell’esposizione è la breve sequenza di cifre nella quale si ritrova l’anno di nascita di Paolo Grassi e per una coincidenza casuale anche la sua età.

Motivi logici seriali, ma anche sentimentali sono all’origine dell’esposizione antologica dell’artista che si diletta con i numeri.

58/59 è un’esposizione globale di cifre che  si snoda all’esterno, ma  soprattutto all’interno del Museo Epper.

L’incipit è con Maigret, il commissario di Georges Simenon, per un’indagine delle sue idee creative   alla  quale su tre pareti fa seguito uno story board che “che illustra e scandaglia in modo reale il mio fare arte”-dice l’artista. Le  mie opere parlano da sole.

Però qualora il loro dire fosse ermetico allora ci sarò  io a fare da intermediario! E’ bello essere accolti già in strada, quella davanti al Museo, da sequenze di numeri colorati che snodandosi come un tappeto ti mettono in media res e ti accompagnano nelle sale espositive per farti scoprire la bellezza, il fascino e forse anche  il mistero dei numeri, entità aritmetiche onnipresenti nel nostro vivere quotidiano che ci hanno procurato anche qualche grattacapo scolastico.

 

Incuriosito e deliziato dalle opere in numeri di Paolo Grassi ho rivolto all’artista qualche domanda per saperne di più.

 

Nella sua vita quotidiana quale importanza hanno i numeri ?

Con i numeri che lo si voglia o meno ci si confronta. È come guidare un'automobile, si va per automatismo. Analizzando ci sono pochi aspetti nella nostra esistenza dove i numeri sono completamente assenti. Detto questo - per tornare alla sua domanda - il mio è un rapporto assolutamente normale. L'unica diversità è che da quando ho iniziato questo progetto sono più  ricettivo nell'osservare le innumerevoli situazioni numeriche nel quotidiano.

 

Mi parli della  sua “vocazione” per i numeri  come espressione artistica.

I numeri sono un linguaggio per comunicare che mi sta permettendo di portare avanti il mio progetto artistico di un'Opera unica infinita ma frammentata in Elementi e che essendo infiniti mi danno la possibilità di esplorare nel divenire del mio percorso artistico utilizzando tecniche e materiali differenziati tanto da rendere riconoscibile il mio percorso.

 

Nelle sue creazioni quale aspetto è più rilevante, quello estetico oppure quello logico ?

Entrambi, direi nella stessa misura. Naturalmente accade che a volte possa prevalere l'aspetto estetico, altre volte quello logico ma mai in modo evidente, a scapito del giusto equilibrio tra le due componenti.

 

 

 

Prof. Augusto Orsi

  

 

 


Il pensiero del giorno, 1° giugno 2014, va all’artista Paolo Grassi, un creatore che da 7 anni utilizza come elemento fondamentale delle sue composizioni il numero, meglio forse sarebbe dire la cifra arabica. C’è una domanda che uno come me vorrebbe fargli, ed è la domanda tipica di chi ha fatto “dei numeri il suo mestiere” per larga parte della sua vita: “C’è una regola, una legge, una formula segreta che governa queste serpeggianti sequenze di cifre?”

Grassi ha esposto nelle scorse settimane al Luf (Lugano Urban Farm) di viale Franscini, ben coadiuvato dall’organizzatrice di eventi Camilla Delpero. Di lui hanno scritto critici d’arte come Rudy Chiappini, Dalmazio Ambrosioni e Luca Venturi.